
LE DIFFICOLTA' DI CALCOLO
Attualmente in Italia vengono seganlati cinque bambini con difficoltà di calcolo in ogni classe: circa il 20% degli alunni ha difficoltà significative nell'apprendere il sistema dei numeri. Se si fa riferimento, tuttavia, ai criteri diagnostici che definiscono il disturbo specifico del calcolo, si ottiene un quadro molto diverso. Alcune ricerche hanno infatti suggerito che solo il 2,5% della popolazione scolastica presenta difficoltà di calcolo in associazione ad altri disturbi, e solo nello 0,5% - 1% circa si può parlare di disturbo del calcolo cioè di discalculia evolutiva.
La quasi totaòità delle segnalazioni si riferisce a una generale difficoltà di apprendimento, a un atteggiamento negativo nei confronti della matematica, o a una generalizzata difficoltà nell'area logico-matematica, ma non a un disturbo specifico.
LA DISCALCULIA EVOLUTIVA
I disturbi specifici gravi e selettivi nell'uso dei numeri e nel calcolo sono decisamente poco frequenti nella popolazione scolastica.
La discalculia evolutiva è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche, che si manifesta in bambini di intelligenza normale. Può presentarsi con una certa frequenza in associazione alla dislessia o a difficoltà di tipo visuo-spaziale.
Nella ricerca si tende a differenziare le difficoltà specifiche del calcolo, distinguendo i disturbi di base relativi alla conoscenza numerica da quelli relativi al calcolo vero e proprio e alle relative procedure.
La discalculia non si riferisce a tutta la matematica, ma solo ad alcune abilità di base: l'elaborazioen del numero (lettura e scrittura di numeri, giudizio di numerosità o di grandezza, etc.) e le procedure necessarie al calcolo, sia a mente che per iscritto.
IL DISAGIO EMOTIVO
Il disagio emotivo nell'apprendimento della matematica interessa un'ampia parte della popolazione scolastica.
Quasi la metà dei bambini e adulti prova o ha provato ansia, agitazione o sintomi di malessere fisico durante lo svolgimento di un compito di matematica, rimanendo molto male in seguito a un errore e sentendosi stupida dopo un insuccesso.
Questi stati d'animo sono diffusi e si possono spiegare facendo riferimento ad aspetti caratteristici della matematica e con alcune credenze diffuse.La paura di sbagliare è attribuita al fatto che nei compiti matematici l'errore è evidente e indiscutibile dato che esiste una sola risposta corretta. Non sapere come procedere è aggravato dall'impossibilità di ricorrere alle strategie utilizzate per migliorare la prestazione, infatti, la diligenza, l'ordine o il maggiore impegno non sempre sono in grado di garantire buoni risultati in matematica.
Molto diffuda è la credenza che per riuscire in compiti matematici bisogna essere portati e avere una particolare intelligenza; la paura di sbagliare riflette in questo caso il timore di manifestare o di prendere atto dei propri limiti intelletivi.
Cesare Cornoldi, La vita scolastica